Whatever works (basta che funzioni)

Già pri­ma del­la cam­pa­gna elet­to­ra­le l’am­mi­ni­stra­zio­ne ha intro­dot­to un siste­ma di gestio­ne dei rifiu­ti e di rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta ormai noto a tut­ti: rac­co­gli­to­ri che si apro­no tra­mi­te QR code, sac­chet­ti che si com­pra­no solo dai due distri­bu­to­ri, “man­gia­bot­ti­glie” che rila­scia­no uno scon­to frui­bi­le pres­so super­mer­ca­ti Coop o Conad. Que­sto siste­ma è sta­ta una vostra scel­ta, legit­ti­ma, che in que­ste righe non inten­dia­mo contestare.

Tut­to ciò pre­mes­so, mutuan­do il tito­lo di un film di Woo­dy Allen, “Basta che fun­zio­ni”! Sono infat­ti gior­ni, da mesi, che le per­so­ne “gira­no” con sac­chi e bido­ni con­te­nen­ti bot­ti­glie di pla­sti­ca per­ché i “man­gia­bot­ti­glie” non fun­zio­na­no o sono pie­ni. Sì, è vero che le bot­ti­glie pos­so­no esse­re but­ta­te nel­la pla­sti­ca, che il gua­sto non si può pre­ve­de­re e che esi­sto­no per­so­ne inci­vi­li. Ma qua­le di que­ste tre affer­ma­zio­ni non era cono­sciu­ta pri­ma che deci­de­ste di instal­la­re i “man­gia­bot­ti­glie” e di “pub­bli­ciz­zar­li” come una ridu­zio­ne sul­la TARI che i cit­ta­di­ni avreb­be­ro rice­vu­to per effet­to degli scon­ti sul­la spe­sa fat­ti da Coop e Conad?

Se non vi capi­ta spes­so di uti­liz­za­re il “man­gia­bot­ti­glie” per­ché non ave­te spa­zio per rac­co­glie­re le bot­ti­glie o per­ché non inte­res­sa­ti, vi spie­ghia­mo cosa avvie­ne. Per pri­ma cosa le per­so­ne effet­tua­no la rac­col­ta in con­te­ni­to­ri o sac­chi che svuo­ta­no ogni vol­ta che si reca­no al “man­gia­bot­ti­glie”, sac­chi che chia­ra­men­te non sono quel­li del­la pla­sti­ca. Dopo di che van­no al “man­gia­bot­ti­glie” e lo tro­va­no non fun­zio­nan­te o pie­no ma chia­ra­men­te non è pos­si­bi­le con­fe­ri­re tut­to nel­la pla­sti­ca per­ché sareb­be neces­sa­rio il QR code. Di con­se­guen­za le per­so­ne tor­na­no il gior­no dopo, maga­ri con un ulte­rio­re sac­co con le bot­ti­glie. E poi il ter­zo e così via sino al momen­to in cui non san­no più dove met­ter le bot­ti­glie in casa pro­pria. A que­sto pun­to il vostro sug­ge­ri­men­to sareb­be di riem­pi­re il sac­co del­la pla­sti­ca, san­cen­do quin­di come “per­so” il tem­po pas­sa­to e per­den­do­ne dell’altro per riem­pi­re altri sac­chi. Se que­sto deve esse­re il pro­ce­di­men­to occor­re rispon­de­re ad una doman­da che le per­so­ne da tem­po si fan­no, indi­pen­den­te­men­te da chi pos­sa­no aver vota­to, se abbia­no vota­to o da cosa pen­si­no del­la gestio­ne dei rifiu­ti in gene­ra­le: ma que­sto siste­ma del “man­gia­bot­ti­glie” è affi­da­bi­le o no? Se pur­trop­po i “man­gia­bot­ti­glie” si gua­sta­no di fre­quen­te, un ter­zo in aggiun­ta sareb­be uti­le, tan­to che già duran­te la cam­pa­gna elet­to­ra­le il Sin­da­co ne annun­ciò l’in­tro­du­zio­ne, ma arri­ve­rà o dob­bia­mo aspet­ta­re le pros­si­me elezioni?

I com­por­ta­men­ti del­la “gen­te inci­vi­le” sono sen­za dub­bio un pro­ble­ma seb­be­ne, vi dia­mo una noti­zia, la gen­te inci­vi­le è pre­sen­te da sem­pre, in ogni dove e non appa­re solo poco dopo le ele­zio­ni dile­guan­do­si poco pri­ma. È evi­den­te che l’en­te pub­bli­co, anche nel rispet­to del­le nor­me cui è lui stes­so sog­get­to, deb­ba pre­ve­de­re e irro­ga­re san­zio­ni nei con­fron­ti di chiun­que con il pro­prio gesto inqui­ni l’ambiente o, oltre­tut­to, rechi un dan­no ad un bene pub­bli­co limi­tan­do­ne o impe­den­do­ne il fun­zio­na­men­to, ma di pari pas­so occor­re un pro­ces­so di edu­ca­zio­ne ed infor­ma­zio­ne per­ché, se get­to il “tetra pak” nel­la pla­sti­ca, maga­ri non sono un inci­vi­le ma sem­pli­ce­men­te un cit­ta­di­no mal infor­ma­to. Per il resto, lo ripe­tia­mo: “Basta che fun­zio­ni”.

Idea Comu­ne Por­to Azzurro

Baste che funzioni
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Pas­sa­to un po’ di tem­po dal­le pri­me mul­te per la dif­fe­ren­zia­ta, è giun­to il momen­to di fare una con­si­de­ra­zio­ne. La pri­ma cosa da dire è che non sor­pren­de affat­to il modus ope­ran­di adot­ta­to dal­l’am­mi­ni­stra­zio­ne, ormai un mar­chio di fab­bri­ca che non fa altro che evi­den­zia­re la pre­sun­zio­ne di aver atti­va­to un siste­ma infal­li­bi­le, il famo­so pugno di fer­ro sen­za però guan­to di vel­lu­to. Nes­su­no met­te in discus­sio­ne il fat­to che chi sba­glia deb­ba paga­re, ma pri­ma biso­gne­reb­be atti­var­si nel limi­ta­re le occa­sio­ni di erro­re dei nostri cit­ta­di­ni. Spe­cial­men­te per­ché rischia­no di incap­pa­re in san­zio­ni da 300 euro, che met­to­no in seria dif­fi­col­tà l’e­qui­li­brio del­le eco­no­mie casa­lin­ghe quan­do meno se lo aspet­ta­no. Ciò che ci ritro­via­mo è inve­ce un siste­ma che è tut­t’al­tro che “per­fet­to”, una spro­por­zio­ne tra l’am­mon­ta­re del­la san­zio­ne e il rischio di incor­re­re nel­l’er­ro­re, ed un’am­mi­ni­stra­zio­ne che cre­de di gover­na­re degli inci­vi­li. Dispia­ce che l’am­mi­ni­stra­zio­ne abbia una così bas­sa con­si­de­ra­zio­ne dei pro­pri cit­ta­di­ni. Per coe­ren­za, con­fa­cen­do­si al pugno di fer­ro, avreb­be dovu­to ave­re il corag­gio di san­zio­nar­li tem­po fa, maga­ri pri­ma del­la cam­pa­gna elet­to­ra­le, quan­do vole­va far par­ti­re que­sto siste­ma “per­fet­to” nel bel mez­zo del­la sta­gio­ne esti­va. Con tut­ta sin­ce­ri­tà mi sen­to di dire che a Por­to Azzur­ro non esi­sto­no solo per­so­ne inci­vi­li, ma anche cit­ta­di­ni che com­met­to­no erro­ri sem­pli­ce­men­te per­ché poco infor­ma­ti.
Fare gior­na­te di puli­zia, pro­get­ti di edu­ca­zio­ne ambien­ta­le, incon­tri con asso­cia­zio­ni di volon­ta­ria­to sono le poli­ti­che che il Comu­ne di Por­to Azzur­ro avreb­be dovu­to met­te­re in atto già da tem­po, sti­mo­lan­do la comu­ni­tà alla cor­ret­ta gestio­ne del ciclo dei rifiu­ti o sul­la limi­ta­zio­ne e il riu­ti­liz­zo del­la pla­sti­ca. A dire la veri­tà inve­ce, sul­la limi­ta­zio­ne al con­su­mo del­la pla­sti­ca si sono impe­gna­ti, infat­ti l’ac­qui­sto dei sac­chet­ti di pla­sti­ca blu per get­tar­ci la car­ta è sta­ta una tro­va­ta invi­dia­bi­le, spe­cial­men­te se si con­si­de­ra l’o­pe­ra­io che suc­ces­si­va­men­te dovrà ria­pri­re il sac­chet­to, svuo­tar­lo in un altro cas­so­ne e get­tar­lo via. Cha­peau.
L’e­du­ca­zio­ne tra­scen­de l’istruzione e rag­giun­ge il cit­ta­di­no al pun­to da modi­fi­car­ne i gesti, ecco per­ché, ancor pri­ma di pen­sa­re a san­zio­na­re era fon­da­men­ta­le pro­gram­ma­re un’educazione ambien­ta­le. Dicia­mo­ci la veri­tà, non si può di cer­to pen­sa­re che sia suf­fi­cien­te pub­bli­ca­re un video su Face­book e con­se­gna­re un opu­sco­lo per fare for­ma­zio­ne, spe­cial­men­te in un pae­se dove fino a “qual­che gior­no fa” veni­va get­ta­to tut­to nel­l’in­dif­fe­ren­zia­to sen­za alcu­na restri­zio­ne. Se si pen­sa di rag­giun­ge­re il 65% san­zio­nan­do e sca­ri­can­do la col­pa sul­l’in­ci­vil­tà del cit­ta­di­no, allo­ra la stra­da è total­men­te sba­glia­ta. Per miglio­ra­re deter­mi­na­ti com­por­ta­men­ti ci vuo­le tem­po, quel­lo che l’in­daf­fa­ra­ta l’am­mi­ni­stra­zio­ne non ha a dispo­si­zio­ne per cer­te mozio­ni con­si­lia­ri ma inve­ce tro­va per visio­na­re video e foto, van­tan­do­si di sape­re chi, quan­do e cosa but­ta ogni cit­ta­di­no. Una sor­ta di Gran­de Fra­tel­lo dei cas­so­net­ti.
Un’ul­ti­ma cosa, l’in­fal­li­bi­li­tà di que­sto siste­ma “per­fet­to” non può esse­re mini­ma­men­te para­go­na­ta a quel­la del­l’in­vio del­le san­zio­ni: quel­lo sì che fun­zio­na bene, drit­to drit­to a casa del desti­na­ta­rio… come fos­se un por­ta a porta.

Andrea Sol­fo­ret­ti
Con­si­glie­re Comu­na­le, Grup­po Idea Comu­ne
@andreasolforetti

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Asilo nido, l’opportunità diventata necessità

Qual­che mese fa, sul­la stam­pa loca­le, uscì un arti­co­lo che mi col­pì par­ti­co­lar­men­te. Par­la­va del­la chiu­su­ra defi­ni­ti­va del­la scuo­la d’in­fan­zia pari­ta­ria del Pog­get­to a Por­to Azzur­ro, comu­ne­men­te cono­sciu­ta da noi lon­go­ne­si come “Asi­lo del­le Suo­re”. Nel­l’ar­ti­co­lo non c’e­ra nien­te che non fos­se già noto o addi­rit­tu­ra pre­vi­sto da tem­po, ma quel­la let­tu­ra mi ha por­ta­to a fare due diver­se con­si­de­ra­zio­ni, incen­tra­te pro­prio sul ruo­lo di quel­la strut­tu­ra. La pri­ma è sul­l’im­por­tan­za che potreb­be con­ti­nua­re a rico­pri­re quel luo­go svol­gen­do la fun­zio­ne di asi­lo nido, come già pro­po­sto diver­so tem­po fa in con­si­glio comu­na­le. Un ser­vi­zio ormai fon­da­men­ta­le sia per le fami­glie, spe­cial­men­te per quel­le dove lavo­ra­no entram­bi i geni­to­ri, che per lo svi­lup­po dei bam­bi­ni, in ter­mi­ni di appren­di­men­to e socia­liz­za­zio­ne. Un pae­se come il nostro non può più per­met­ter­si che un geni­to­re deb­ba smet­te­re di lavo­ra­re o che addi­rit­tu­ra una fami­glia deb­ba tro­var­si costret­ta a tra­sfe­rir­si altro­ve, maga­ri più vici­no a chi può dar­le una mano con i figli. Ulti­ma­men­te si par­la mol­to di finan­zia­men­ti PNRR: su amplia­men­ti e nuo­ve costru­zio­ni per asi­li nido e scuo­le d’in­fan­zia sono sta­ti mes­si a ban­do 3,7 MILIARDI, più altri 100 milio­ni cir­ca mes­si dal Mini­ste­ro. Ecco, i ban­di sono ormai chiu­si e più di 300 milio­ni sono rima­sti sen­za asse­gna­zio­ne. Que­sto è il risul­ta­to del disin­te­res­se dei Comu­ni per un tema che par­la di quo­ti­dia­ni­tà, di vita rea­le.
La secon­da con­si­de­ra­zio­ne è più di pro­fi­lo sto­ri­co e socia­le, cioè quel­lo che in que­sti ses­san­t’an­ni ha signi­fi­ca­to que­sto luo­go per i com­pae­sa­ni e per Por­to Azzur­ro. Il ruo­lo socia­le di que­sto ser­vi­zio ha lascia­to un impron­ta inde­le­bi­le nel­la nostra comu­ni­tà, for­man­do ed edu­can­do diver­se gene­ra­zio­ni, tes­sen­do rap­por­ti, sto­rie, lega­mi che han­no scol­pi­to, per chi ha avu­to modo di fre­quen­tar­lo, ricor­di di valo­re affet­ti­vo ine­sti­ma­bi­le. Valo­re ine­sti­ma­bi­le riscon­tra­bi­le anche nel­l’e­di­fi­cio, anti­ca­men­te di pro­prie­tà di Fran­ce­sco Rebua (1894–1964). Pro­prio in quel­la casa veni­va­no da lui col­le­zio­na­te stam­pe, libri e docu­men­ti anti­chi sul­l’El­ba e Por­to Azzur­ro in par­ti­co­la­re. Fu per sua volon­tà che la vil­la con tut­to il suo con­te­nu­to ven­ne con­se­gna­ta alle Figlie del­la Cari­tà di San Vin­cen­zo de Pao­li, in quan­to le suo­re, come sap­pia­mo, era­no ben radi­ca­te nel­la vita socia­le del pae­se e quin­di una pre­sen­za impor­tan­te per il bene del­la comu­ni­tà.
In con­clu­sio­ne, pos­so quin­di dire che quel­la filan­tro­pi­ca scel­ta di Fran­ce­sco Rebua fu ad ogni modo lun­gi­mi­ran­te, in tan­ti anni mol­ti ragaz­zi sono cre­sciu­ti al Pog­get­to ed han­no con­tri­bui­to a loro vol­ta alla cre­sci­ta del­la nostra comu­ni­tà. Con que­sto spi­ri­to, e non solo per il rispet­to del pas­sa­to, non pos­sia­mo aspet­ta­re un altro bene­fat­to­re e ciò che auspi­co è che si ini­zi vera­men­te a pen­sa­re al futu­ro del nostro pae­se. Un pae­se che ha esi­gen­ze tut­to l’an­no e non vive solo nei mesi estivi.

Andrea Sol­fo­ret­ti
Con­si­glie­re Comu­na­le, Grup­po Idea Comu­ne
@andreasolforetti

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Consiglio comunale 4 novembre

Il Con­si­glio Comu­na­le di vener­dì 4 novem­bre ha visto una serie di rin­vii e, oltre l’approvazione di un ver­ba­le di som­ma urgen­za per la puli­zia del fos­so del Botro, si è discus­so solo del­le nostre due ini­zia­ti­ve.
In meri­to alla nostra mozio­ne sull’area di sgam­bo dei cani, il Sin­da­co, con un coup de théâ­tre, ha sfog­gia­to un atto di dele­ga con il qua­le con­fe­ri­va ad un rap­pre­sen­tan­te, scel­to da noi, pie­ni pote­ri e acces­so illi­mi­ta­to agli uffi­ci affin­ché lo stes­so prov­ve­da a:
— indi­vi­dua­zio­ne dell’area;
— atti per varia­zio­ni allo stru­men­to urba­ni­sti­co;
— pro­get­ta­zio­ne;
— ricer­ca finan­zia­men­ti;
— rela­zio­ne rela­ti­va all’idoneità igie­ni­co sani­ta­ria;
— indi­vi­dua­zio­ne del per­so­na­le addet­to alla sor­ve­glian­za.
Tra­dot­to: “se la vole­te ve la fate”. L’offerta era allet­tan­te (deh… parec­chio) ma nien­te altro era che una pro­vo­ca­zio­ne in quan­to, a suo dire, in tut­to il ter­ri­to­rio comu­na­le non c’è la pos­si­bi­li­tà di indi­vi­dua­re un’area ade­gua­ta a tale sco­po. Non è man­ca­to il con­sue­to rife­ri­men­to pole­mi­co; secon­do Mau­ri­zio, se a Por­to Azzur­ro ci fos­se­ro sta­ti 1000 pescio­li­ni ros­si avrem­mo chie­sto un acqua­rio. CERTO! Lo avrem­mo fat­to per­ché ciò signi­fi­ca inter­pre­ta­re e tra­dur­re in pro­po­ste le esi­gen­ze del­la comu­ni­tà sen­za la pre­sun­zio­ne che il nostro vole­re sia sem­pre quel­lo di cui la gen­te ha biso­gno.
All’interpellanza sul­la rac­col­ta dei rifiu­ti e al rischio di dover sbor­sa­re, tra eco­tas­sa e rim­bor­si, oltre 450.000 euro qua­lo­ra la dif­fe­ren­zia­ta non rag­giun­ga il 65% (e, ad oggi, è infe­rio­re al 60%) il Sin­da­co ha rispo­sto che, a que­sti dati, va aggiun­ta la per­cen­tua­le di dif­fe­ren­zia­ta effet­tua­ta pres­so il capan­no­ne comu­na­le.
Si è det­to fidu­cio­so di rag­giun­ge­re il 65% alla fine dell’anno nono­stan­te i com­por­ta­men­ti, a suo dire inci­vi­li (con tan­to di dia­po­si­ti­ve e regi­stra­zio­ni) tenu­ti dai cit­ta­di­ni di Por­to Azzur­ro. Tan­ta tran­quil­li­tà non si è tra­dot­ta, però, nei loro suc­ces­si­vi comu­ni­ca­ti, basa­ti sul­la con­sue­ta sen­si­bi­liz­za­zio­ne fat­ta di basto­ne sen­za caro­ta, cioè mul­te e pub­bli­co ludi­brio. For­se è su que­sta mate­ria che avreb­be dovu­to dar­ci la delega…qualche idea (comu­ne) la avrem­mo avuta.

Grup­po Idea Comune

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Repetita defatigant (le cose ripetute stancano)

Avrei dovu­to fare un reso­con­to del Con­si­glio comu­na­le di vener­dì, ma, dopo vari rin­vii dei pun­ti ogget­to di discus­sio­ne, il tut­to si è ridot­to all’approvazione di un ver­ba­le di som­ma urgen­za (3.300 euro per la puli­zia del fos­so del Botro), alla nostra mozio­ne sull’area di sgam­ba­ta dei cani ed alla nostra inter­pel­lan­za sul­la rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta. Pri­ma di par­la­re, nei pros­si­mi gior­ni, di que­sti pun­ti, vor­rei, oggi, inter­ve­ni­re in una pole­mi­ca scop­pia­ta sui social che vede atto­re pro­ta­go­ni­sta il nostro Sin­da­co. In bre­ve, un pri­va­to cit­ta­di­no (Simo­ni, ex Sin­da­co) con un post su Face­book, chie­de pole­mi­ca­men­te cosa fa l’amministrazione per la con­si­de­re­vo­le pre­sen­za (indi­scu­ti­bi­le tra l’altro) di topi in pae­se. Un altro pri­va­to cit­ta­di­no inter­vie­ne, com­men­tan­do il post, mani­fe­stan­do ver­go­gna. Ora, io, dal Sin­da­co, mi sarei aspet­ta­to una rispo­sta del gene­re: “sono sta­ti fat­ti degli inter­ven­ti di derat­tiz­za­zio­ne, sicu­ra­men­te insuf­fi­cien­ti, ma pos­sia­mo spen­de­re solo pochi sol­di per­ché non sia­mo anco­ra riu­sci­ti ad appro­va­re il bilan­cio anche se, per leg­ge, avrem­mo dovu­to appro­var­lo entro il 31 ago­sto” (si par­la di bilan­cio di pre­vi­sio­ne 2022 e sia­mo qua­si nel 2023, ndr). No, la rispo­sta è sta­ta for­mu­la­ta con il con­sue­to gar­bo e fair play isti­tu­zio­na­le; Mau­ri­zio ha indos­sa­to i tra­di­zio­na­li abi­ti da dee­jay e, per l’ennesima vol­ta ha ripro­po­sto il soli­to disco rot­to, che nul­la c’azzeccava, “il porto…Simoni…il PD….la mino­ran­za” e, new entry, l’Edicola Elba­na Show, una tiri­te­ra che, fran­ca­men­te, ha ammor­ba­to gli ammen­ni­co­li (venu­to a noia, ndr).
Nes­su­na auto­cri­ti­ca, per cari­tà, mai met­te­re in discus­sio­ne il prin­ci­pio di infal­li­bi­li­tà del pri­mo cit­ta­di­no. Infi­ne, Mau­ri­zio chiu­de il suo inter­ven­to, con un rife­ri­men­to, con inten­to iro­ni­co, al futu­ro del pae­se, che la mino­ran­za, vor­reb­be garan­ti­re con la mozio­ne sull’area di sgam­bo dei cani. Ricor­do al Sin­da­co che ren­de­re il futu­ro più roseo al pae­se spet­ta alla sua ammi­ni­stra­zio­ne, ed inol­tre che, fina­liz­za­ta al benes­se­re dei cit­ta­di­ni, può con­si­de­ra­re anche la nostra inter­pel­lan­za sul­la rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta e da lui non cita­ta nel post. Se la gestio­ne dei rifiu­ti pro­se­gue così, con per­cen­tua­le di dif­fe­ren­zia­ta infe­rio­re al 65%, dovre­mo paga­re, tra eco­tas­sa e resti­tu­zio­ne del con­tri­bu­to per l’acquisto dei con­te­ni­to­ri oltre 450.000 euro. Lui è fidu­cio­so che que­sta per­cen­tua­le sarà rag­giun­ta; ce lo augu­ria­mo tut­ti.
Ad ogni buon con­to, se le nostre mozio­ni o inter­pel­lan­ze non sono con­si­de­ra­te degne di esse­re pre­se in con­si­de­ra­zio­ne, al pros­si­mo Con­si­glio pro­por­re­mo l’istituzione di una Com­mis­sio­ne Sul­la Qua­li­tà Del­le Inter­pel­lan­ze e Mozio­ni. Se le mozio­ni non piac­cio­no, ven­go­no accar­toc­cia­te e get­ta­te nel con­te­ni­to­re, chia­ra­men­te nel sac­chet­to blu…di plastica.

Enri­co Toniet­ti
Con­si­glie­re Comu­na­le, Grup­po Idea Comu­ne
@enricotonietti

IDEA COMUNE il pifferaio
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Consiglio comunale del 30 agosto

L’ultimo con­si­glio comu­na­le è ini­zia­to con un fioc­co azzur­ro alle por­te del­la sala con­si­lia­re, ovve­ro con la nomi­na del con­si­glie­re Ales­sio Aga­ri­ni a Pre­si­den­te del Con­si­glio Comu­na­le. Da par­te nostra gli augu­ri di un buon lavo­ro e la rac­co­man­da­zio­ne nel­lo svol­ge­re que­sta fun­zio­ne con i com­pi­ti che il ruo­lo richie­de: tute­la­re le pre­ro­ga­ti­ve dei con­si­glie­ri comu­na­li, rap­pre­sen­ta­re l’intero Con­si­glio Comu­na­le e assi­cu­rar­ne il rego­la­re fun­zio­na­men­to.
Suc­ces­si­va­men­te alla nomi­na si è pro­ce­du­to con gli altri pun­ti all’ordine del gior­no che riguar­da­va­no essen­zial­men­te le tarif­fe comu­na­li. Dap­pri­ma è sta­ta discus­sa la “Disci­pli­na gene­ra­le del­le tarif­fe e dei cor­ri­spet­ti­vi del­la frui­zio­ne dei ser­vi­zi a doman­da indi­vi­dua­le”. Si trat­ta di quel­le tarif­fe per ser­vi­zi pub­bli­ci come, ad esem­pio posti bar­ca per resi­den­ti, uso degli impian­ti spor­ti­vi e buo­ni pasto men­sa. Non ci sono sta­te varia­zio­ni né in dimi­nu­zio­ne né in aumen­to ma, riguar­do alla men­sa, abbia­mo chie­sto di valu­ta­re la pos­si­bi­li­tà di appor­ta­re mag­gio­ri tute­le nei con­fron­ti del­le fami­glie più in dif­fi­col­tà. Con­si­de­ra­to che attor­no ad una dimi­nu­zio­ne del costo dei buo­ni non ci sono pro­get­ti di alcun tipo, que­sta deli­be­ra ha visto il nostro voto con­tra­rio.
Il pun­to suc­ces­si­vo riguar­da­va l’approvazione del­le ali­quo­te IMU con­fer­man­do quel­le dell’anno pre­ce­den­te. Anche qui il nostro voto è sta­to con­tra­rio; cre­dia­mo, infat­ti, che, con un po’ di atten­zio­ne ed ocu­la­tez­za, l’Amministrazione comu­na­le avreb­be potu­to pro­va­re a ridur­re qual­co­si­na e non limi­tar­si a con­fer­ma­re. Tan­to più che le ali­quo­te in vigo­re a Por­to Azzur­ro sono già le più alte che la leg­ge con­sen­te di appli­ca­re. 
Infi­ne, gli ulti­mi ordi­ni del gior­no riguar­da­va­no il Pia­no Eco­no­mi­co Finan­zia­rio (PEF) TARI e le sue ali­quo­te. Il PEF non è altro che quel­lo stru­men­to gra­zie al qua­le ven­go­no defi­ni­te le poli­ti­che tarif­fa­rie dell’ente con rife­ri­men­to alla disci­pli­na dei rifiu­ti. Il nostro voto con­tra­rio è sta­to prin­ci­pal­men­te moti­va­to dal fat­to che rite­nia­mo neces­sa­rio che il Comu­ne di Por­to Azzur­ro si incon­tri con tut­ti gli altri sog­get­ti coin­vol­ti (per­ché non c’è solo il Comu­ne) e risol­va quan­to pri­ma i restan­ti pro­ble­mi gestio­na­li e patri­mo­nia­li (che ce ne sono), eli­mi­nan­do il rischio di incap­pa­re in ulte­rio­ri disa­gi. Duran­te la discus­sio­ne, il nostro Sin­da­co sup­po­ne (o quan­to meno ten­ta di far­lo) che la pre­sen­za degli altri enti coin­vol­ti inci­da sul­la eco­no­mi­ci­tà del pro­ces­so. La real­tà inve­ce ci descri­ve un qua­dro esat­ta­men­te oppo­sto: sono pro­prio que­sti enti di con­trol­lo che han­no riscon­tra­to che il Comu­ne di Por­to Azzur­ro chie­de­va trop­po ai suoi cit­ta­di­ni e lo han­no indot­to a dimi­nui­re la tarif­fa del 2,6% cir­ca.
Qui ci sia­mo aste­nu­ti, ma solo per­ché pen­sia­mo che, se fos­se sta­to indi­riz­za­to solo su deter­mi­na­te cate­go­rie e non fos­se sta­to spal­ma­to indi­stin­ta­men­te su tut­ti, avreb­be potu­to inci­de­re di più, con­si­de­ran­do anche il momen­to dif­fi­ci­le da attra­ver­sa­re. Una cosa però è cer­ta, paghe­re­mo una TARI 2022 un po’ meno sala­ta  ma, per que­sto, NON dovre­mo rin­gra­zia­re l’am­mi­ni­stra­zio­ne comunale.

Andrea Sol­fo­ret­ti
Con­si­glie­re Comu­na­le, Grup­po Idea Comu­ne
@andreasolforetti

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