La giustizia del vicino

In que­sti gior­ni, il sin­da­co Papi si è distin­to per la sua fie­ra dife­sa dei lavo­ra­to­ri di ESA, espo­nen­do­si pub­bli­ca­men­te sul­la que­stio­ne del­le inden­ni­tà non paga­te e dei buo­ni pasto fer­mi da tem­po. Un gesto nobi­le, con­di­vi­si­bi­le, da vero pala­di­no del­la giu­sti­zia socia­le. Pec­ca­to che la memo­ria, a vol­te, sia cor­ta. O selettiva…Perché vie­ne spon­ta­neo chie­der­si: dov’era que­sto stes­so spi­ri­to garan­ti­sta a mag­gio 2022, in pie­na cam­pa­gna elet­to­ra­le, quan­do si trat­ta­va dei lavo­ra­to­ri del Comu­ne? Già, per­ché con let­te­ra di pro­to­col­lo n. 4689/22, lo stes­so sin­da­co fir­ma­va un ordi­ne di ser­vi­zio con cui, in nome di una pre­sun­ta emer­gen­za igie­ni­co-sani­ta­ria, sospen­de­va per un mese, e comun­que fino a nuo­va deter­mi­na­zio­ne, i tur­ni di ripo­so set­ti­ma­na­li degli ope­ra­to­ri eco­lo­gi­ci comu­na­li.
In altre paro­le: un’imposizione uni­la­te­ra­le, sen­za con­cer­ta­zio­ne e sen­za ascol­to, nel ten­ta­ti­vo di reg­ge­re e con­te­ne­re quel “siste­ma per­fet­to” che, a quan­to pare, per­fet­to non era. E, a giu­di­ca­re dai fat­ti, non lo è tut­to­ra.
Ben ven­ga oggi la dife­sa dei lavo­ra­to­ri, in nome del­la giu­sti­zia socia­le. È un atto giu­sto, dove­ro­so e neces­sa­rio. Ma è altret­tan­to giu­sto non dimen­ti­ca­re ciò che è acca­du­to in pas­sa­to, soprat­tut­to quan­do a pagar­ne il prez­zo sono sta­ti i lavo­ra­to­ri del­lo stes­so Comu­ne di Por­to Azzur­ro. La memo­ria isti­tu­zio­na­le non può esse­re a inter­mit­ten­za, né a secon­da del­le con­ve­nien­ze del momen­to. Altri­men­ti diven­ta come il recen­te ser­vi­zio navet­ta: qual­che loca­li­tà sì, qual­che loca­li­tà no…

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Imma­gi­ne crea­ta con AI

Andrea Sol­fo­ret­ti
Con­si­glie­re Comu­na­le, Grup­po Idea Comu­ne
@andreasolforetti

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